a
storiografia contemporanea ha definitivamente
cancellato l'etichetta
di Secoli Bui e di Periodo Oscuro da sempre legate al medioevo. Un
errore: mai periodo storico fu più oscuro del medioevo.
Tutto il periodo è dominato dalla ricerca dell'inspiegabile da un punto di vista
razionale. Come non ricordare religiosi, streghe e alchimisti che, per vie diverse,
cercavano di indagare il Lato Oscuro dell'uomo e della Natura, per riconoscere il proprio
Spirito?
Oggi come allora anche l'arciere si trova ad affrontare il Lato Oscuro. Molti tuttavia ne
restano, senza saperlo, prigionieri per tutta la vita, sviluppando in maniera più o meno
conscia i sentimenti che ne sono figli: l'invidia e la paura.
Iniziare a tirare con l'arco è oggi piuttosto semplice: un'iscrizione in un gruppo di
tiro e il gioco è fatto. Il neofita viene portato verso un determinato percorso
arcieristico a seconda della specialità del gruppo scelto. Soluzioni migliorative al tiro
del neofita vengono gradualmente introdotte migliorando tecnica ed attrezzatura con un
unico scopo: arrivare alla freccia che dà il miglior risultato nella competizione.
Qualcuno interrompe a questo punto la sua attività, altri diventa istruttore e custodirà
gelosamente le sue piccole conquiste... restando per sempre vittima del Lato Oscuro. C'è
da stupirsi se qualcuno conia poi neologismi del tipo Panico da target?
Un'attrezzatura tecnologicamente evoluta ed una tecnica corretta, senza dubbio, rendono
l'arciere parte di uno schema tecnico al pari dell'arco, della freccia, del guantino......
sarà l'insieme di tutti questi componenti a determinare il tiro. La carenza di uno di
questi elementi può essere compensata variando un altro parametro in un dosato equilibrio
alchemico: la freccia raggiungerà il centro, l'arciere sarà soddisfatto e sempre più
schiavo del Lato Oscuro.
La via del tiro con l'arco è invece lunga ed irta di spine ma anche di fragranti profumi
di successo e di vittoria. Una via in cui non è possibile prendere scorciatoie ma
soprattutto che viene percorsa da un Uomo: l'Arciere.
Da migliaia di anni questa figura emana fascino e mistero. La sua potenza, la
determinazione e il grande equlibrio sono percepibili in lui e sono dentro ciascuno di
noi, parte di un bagaglio genetico nascosto, tramandato in uno stato embrionale di
generazione in generazione.
Il suo vero punto di forza è che è un Uomo: in grado di provare emozioni e sensazioni,
il resto è equipaggiamento. L'assurda cieca fiducia nella moderna tecnologia non può
modificare questa eterna verità.
Il metodo per risvegliare queste attitudini sopite è lo studio della tecnica e
l'attenzione alle sensazioni (ma esiste poi una distinzione così netta fra le due cose?),
entrando con coraggio dentro se stessi e senza cercare giustificazioni perché il
Lato Oscuro è dentro ognuno di noi.
Per tutto ciò la "gara", rappresenta per gli
Arcieri nel Tempo,
un fenomeno assolutamente secondario. Un eccessiva importanza
rivolto al lato agonistico non solo è fuorviante ma anzi è pernicioso, in quanto facile
scivolo verso il Lato Oscuro. La competizione, pur non demonizzata, può rappresentare uno
stimolo: chi la considera il fine decreta in realtà la fine del tiro con l'arco.
Invece la battaglia definitiva che l'apirante arciere affronta è senza quartiere e
all'ultimo sangue. Ritirarsi vuol dire lasciare le proprie attitudini in stato embrionale,
vittime del Lato Oscuro. Vincere ci permetterà di realizzare la vera forza, per esprimerci
nel modo migliore. Quando tale forza scorre liberamente dentro di noi mente, cuore, corpo,
arco e bersaglio si fondono in un unico elemento... in cui la percentuale di carbonio
presente nel flettente ha un'importanza davvero marginale.
li
Arcieri nel Tempo credono che questo
sia tirare con l'arco. Proprio per questo essi ritengono che sia importante, per non dire fondamentale, riallacciarsi alla tradizione
medievale perché in tale periodo non esistevano alternative al tiro. Chi apprendeva
questa lezione sopravviveva, gli altri erano destinati a soccombere.
...E quando, dopo una lunga ed intensa giornata di allenamento, si rendono conto di aver tirato in
realtà magari soltanto due vere frecce, capiscono che la guerra col Lato Oscuro non è poi molto diversa da
quella dei Cent'anni, e che, a volte, è necessario gustarsi anche poche, piccole,
ma meritatamente sudate vittorie.
|